- Su Internazionale n. 943 possiamo leggere un lungo, denso e interessante articolo della scrittrice
indiana Arundhati Roy.
Madre di religione cristiana e padre
bengalese di religione induista, la scrittrice, dopo l’infanzia nel Kerala,
vive in una baraccopoli di Dehli, dove pure riesce a studiare. Raggiunge
la notorietà internazionale con la pubblicazione, nel 1997, del romanzo “Il Dio
delle piccole cose”, che rimane l’unico da lei scritto, avendo poi indirizzato
la propria azione verso tematiche politiche
e sociali ed è considerata oggi una delle “figure guida del movimento
mondiale anti-globalizzazione e nei suoi testi la critica al neo-imperialismo
ed al neoliberismo è forte e veemente” (wikipedia)
Possiamo dividere il lungo articolo in tre
parti.
Nella prima abbiamo una descrizione
dell’attuale situazione dell’India, dominata da poche famiglie di industriali
che possiedono ricchezze difficilmente misurabili anche con i parametri occidentali.
Nella seconda, seguono alcune informazioni –
davvero spiazzanti se raffrontate alle dimensioni cui siamo abituati in Italia
- circa i movimenti di capitale, gli investimenti e le realizzazioni che si
stanno per realizzare: “a gennaio 2011,
nel Mahatma (Gandhi) Mandir, il primo ministro del Gujarat, Narendra Modi, ha presieduto
un convegno di 10.000 imprenditori internazionali di 100 paesi. Secondo i
resoconti dei media, si sono impegnati a investire 450 miliardi di dollari nel
Gujarat”.
Quasi a contraltare dell’idea che sia ormai la Cina la “fabbrica del mondo”,
ecco anche la notizia del “Corridoio Industriale Delhi Mumbai (DMIC), un
corridoio industriale lungo 1.500 chilometri e largo 300, con nove mega
zone industriali, una linea di trasporto merci ad alta velocità, tre porti
marittimi e sei aeroporti, un’intersezione a sei corsie di una superstrada
gratuita e una centrale elettrica da 4.000 MW”.
CLICCA SULLA FIGURA PER ACCEDERE |
L’ultima
parte del lungo saggio è dedicata alle Fondazioni e al ruolo che hanno avuto e
ancora hanno a livello mondiale, quali emanazione e longa manus del
capitalismo.
Arrivati agli anni ’20 il capitalismo
statunitense cominciò a guardare all’estero, per materie prime e mercati
oltremare. Le fondazioni cominciarono a formulare l’idea del governo mondiale
delle imprese. Nel 1924 le fondazioni Rockfeller e Carnegie crearono insieme
quello che oggi è il più potente gruppo di pressione del mondo in politica
estera, il Consiglio per le Relazioni con l’Estero (CFR) che successivamente
arrivò ad essere finanziato anche dalla Fondazione Ford.
…Tutti gli undici presidenti della Banca
Mondiale dal 1946 – uomini che si presentavano come missionari dei poveri –
sono stati membri del CFR.
A Bretton Woods la Banca Mondiale e il
Fondo Monetario Internazionale (FMI) decisero che il dollaro doveva essere la
moneta di riserva del mondo e che al fine di promuovere la penetrazione del
capitale globale sarebbe stato necessarie rendere universali le prassi e gli
standard in un mercato aperto. E’ a questo fine che hanno speso una grande
quantità di denaro per promuovere il Buon Governo (fintanto che sono loro a
tirare le redini), il concetto di Stato di Diritto (a condizione di aver voce
in capitolo nella formulazione delle leggi)
“…Considerato
che la Banca Mondiale
ha più o meno diretto le politiche economiche del Terzo Mondo, coartando paese
dopo paese e spalancandone a forza i mercati alla finanza globale, si deve
ammettere che la filantropia industriale si è rivelata essere l’affare più
visionario di tutti i tempi.
Le
fondazioni sovvenzionate dall’industria amministrano, contrattano o canalizzano
il proprio potere e piazzano i propri pezzi sulla scacchiera attraverso un
sistema di club e di gruppi di esperti d’élite, i cui membri si sovrappongono
ed entrano ed escono attraverso porte girevoli.…Contrariamente alla varie teorie
del complotto in circolazione, particolarmente tra i gruppi di sinistra, non
c’è nulla di segreto, satanico o di tipo fra massonico in questa
organizzazione. Non è diversa dal modo in cui le imprese utilizzano scatole
vuote e conti all’estero per amministrare i propri quattrini, con l’eccezione
che la moneta qui è il potere, non il denaro.”
Negli anni ’50 le fondazioni Rockefeller
e Ford, finanziando numerose ONG e istituzioni internazionali di istruzione,
cominciarono a operare quasi da prolungamenti del governo USA.
E non manca
il duro atto d’accusa verso le elité locali, troppo inclini ad assecondare il
potere prima coloniale e ora economico.
“Come
tutti i buoni imperialisti, i filantropoidi si propongono il compito di creare
e addestrare organici internazionali che credano che il capitalismo e, per
estensione, l’egemonia degli Stati Uniti, siano nel loro interesse. E che pertanto aiutino ad amministrare il
Governo Globale delle Imprese nei modi in cui le élite native hanno sempre
servito il colonialismo. Così è iniziata la scorreria delle fondazioni
nell’istruzione e nelle arti, che diventano la loro terza sfera d’influenza, dopo
la politica economica interna ed estera. Hanno speso (e continuano a spendere)
milioni di dollari in istituzioni accademiche e in pedagogia”.
A conclusione
di questo sunto, riportiamo un altro passaggio dello scritto di Arundhati Roy,
in cui si osserva che “quando il FMI ha
messo in atto l’Aggiustamento Strutturale, una imposizione ai governi di
tagliare la spesa pubblica per la sanità, l’istruzione, l’assistenza
all’infanzia e lo sviluppo, le ONG hanno fatto il loro ingresso. La Privatizzazione di
Tutto ha anche significato ONG Dappertutto. Con la scomparsa dei posti di
lavoro e delle fonti di sussistenza, le ONG sono diventate una fonte importante
di occupazione, anche per quelli che le vedono per quello che sono. E
certamente non sono tutte cattive. Tra i milioni di ONG alcune fanno un lavoro
notevole, radicale, e sarebbe una parodia incatramare tutte le ONG con lo
stesso pennello. Tuttavia le ONG delle imprese o sovvenzionate dalle Fondazioni
sono la via della finanza globale all’investimento nei movimenti di resistenza…”
CON UN CLICK PUOI ACCEDERE ALL'INTERO ARTICOLO IN f.to PDFO
CON UN CLICK PUOI ACCEDERE ALL'INTERO ARTICOLO IN f.to PDFO
Nessun commento:
Posta un commento