- il nostro modo di pensare è “anche” determinato dalle nostre esperienze;
- particolare influenza hanno le esperienze che avvengono nelle prime fasi della nostra vita;
- le generazioni più giovani sono interessate da una modalità di conoscere la realtà assolutamente nuova e diversa da quanto fino ad ora avvenuto, che è quella del “digitale”.
Interessante l'articolo di Adriana Battaglia, che si chiede: “I
nativi digitali sono cresciuti in un mondo pieno di schermi
ipertestuali e immersivi (social network, chat, videogiochi e sms) e
pertanto sono portatori di nuovi stili di apprendimento e di
dinamiche interattive. Il cervello della generazione web ha subito
modifiche?" Leggiamo il seguito, che abbiamo preso dalle pagine del Sussidiario
“I
nativi digitali sono cresciuti in un mondo pieno di schermi
ipertestuali e immersivi (social network, chat, videogiochi e sms) e
pertanto sono portatori di nuovi stili di apprendimento e di
dinamiche interattive. Il cervello della generazione web ha subito
modifiche?
La
pedagogia contemporanea, così come sottolineano le ricerche di R.
Lucioni sulla timologia, deve tener conto:
-
di una teoria della mente capace di assumere un proprio sviluppo
culturale e mentale, comprendendo gli stati mentali ed
emotivo-affettivi degli altri;
-
dell’importanza delle dinamiche affettive per il raggiungimento di
un controllo equilibrato delle risorse cognitivo-intellettive e
dinamico-creative, che si fondano sia sulla intelligenza intuitiva e
che sulla coscienza onirica.
E’
allora essenziale una nuova pedagogia dei new media o “Pedagogia
3000”, come sostiene Noemi Paymal, un’antropologa francese che ha
studiato il fenomeno dei nativi digitali in 33 Paesi del mondo: una
pedagogia che aiuti lo studente a costruire o decostruire la
rappresentazione veicolata dei media con continui adattamenti di
attività di encoding e decoding, implementando le capacità critiche
con quel senso di responsabilità propria dell’essere sociale. I
nativi digitali che meglio utilizzano l’emisfero destro del
cervello sono più creativi, più veloci nei movimenti, perché il
loro sistema nervoso è modificato: la loro intelligenza è multipla,
capace di gestire contemporaneamente un certo numero di attività
diverse; ovvero un esempio di intelligenze potenziali sovrapponibili:
linguistica, logico-matematica, visivo spaziale,
corporale-cinestetica, musicale, interpersonale, extrapersonale,
naturalista, trascendente, intuitiva, emozionale, pratica,
co-creatrice.
E’
fonte di ricerca la gestione veloce e contemporanea, senza sforzo
eccesivo, di parecchie azioni e livelli di conoscenza da parte dei
nativi digitali: ecco perché la scuola attuale è vecchia e
fallimentare in quanto offre stimoli lineari anacronistici, imponendo
di rimanere concentrati a lungo su un unico argomento. L’offrire
stimoli multipli contemporanei, per valorizzare i talenti dei nativi
digitali, è essenziale per fare in modo che si possano esprimere
tutti gli aspetti connotativi dell’individuo: fisici, emotivi,
intuitivi, multiculturali, cognitivi, etico-solidali, ecologici,
artistici, spirituali e sociali.
Sarebbe
opportuno abbandonare i metodi che presuppongono la passività
dell’allievo, poiché le scuole che si limiteranno all’ambito
cognitivo saranno purtroppo sempre più deficitarie e lontane dalle
nuove prospettive di sviluppo digitale. La tradizione educativa
gutenberghiana ha una forte attenzione al passato, è pervasa da un
profumo illuministico che esalta la ratio, l’oggettività e si
declina nella formazione del cittadino e dell’uomo integrale. La
nuova impostazione educativa esalta la soggettività è sincronica
oltre che diacronica, è veloce, ma non deve prescindere dalla
formazione etico-sociale. E’ evidente che i new media abbiano un
riposizionamento sia sociale che concettuale diverso da quello
precedente e, da strumenti e ambienti, si configurano ora come nuovo
tessuto connettivo sociale, nella comunità globale.
Ecco
perché l’immersione del soggetto in un nuovo modello esistenziale
pervasivamente web, non può non chiamare in causa le sue capacità
percettive, emotive, affettive, cognitive, rappresentazionali,
immaginarie, speculative, volitive ed etiche. L’intreccio complesso
delle funzioni della mente è veramente capace di modificare il
risultato globale ed olistico. Centri cerebrali quali l’amigdala,
l’ipotalamo, l’insula, la corteccia frontale, prefrontale,
prefrontale-mediale, cingolata anteriore costituiscono oggi lo studio
imprescindibile a proposito delle risultanze del comportamento dei
nativi digitali.
Le
neuroscienze sottolineano che l’intelligenza emozionale e l’empatia
sono molto cresciute nei nativi digitali, così come è cresciuta la
tendenza a resistere all’autorità, quindi a disobbedire agli
ordini. Antonio Damasio parla di una “internal scale” come di un
modello variabile per il quale tutte le funzioni psichiche,
percettiva, mnesica, affettiva, emotiva, cognitiva, immaginaria
vengono facilitate o frenate e quindi modulate in accordo con
particolari situazioni, con specifici vissuti, complesse
integrazioni, che rispondono a “valori di accettazione, di rifiuto,
decisionali e volitivi”, che non fanno parte della coscienza
vigile, della razionalità e della capacità analitico-deduttive.
Ecco perché dobbiamo parlare di cambiamento di stato delle funzioni
psichiche riferendoci ai nativi digitali.
Rievocare
Platone è affascinante: “l’uomo si apre all’altro per
conoscere l’essenza del mondo che è logos e quindi partecipazione
alla spiritualità del mondo stesso”. Se il digitale è nuovo
strumento per la comprensione del reale, che ha cambiato le strutture
cerebrali e comportamentali, è d’obbligo allora una nuova
pedagogia pervasiva di nuove relazioni partecipative che sappiano
legare docenti e alunni, genitori e figli, nativi e migranti digitali
per un trascendenza che sia crescita, partecipazione e progresso.”
Il Sussidiario, 10 agosto 2012
ADRIANA BATTAGLIA
Dirigente scolastico in provincia di Varese, si è a lungo occupata del fenomeno del bullismo, tanto da divenire un punto di riferimento a livello europeo sulla tematica. Ultimamente, guarda con grande interesse ale tema dei "nativi digitali".
Il Sussidiario, 10 agosto 2012
ADRIANA BATTAGLIA
Dirigente scolastico in provincia di Varese, si è a lungo occupata del fenomeno del bullismo, tanto da divenire un punto di riferimento a livello europeo sulla tematica. Ultimamente, guarda con grande interesse ale tema dei "nativi digitali".
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