7 novembre 2013

Lo scienziato e il mercante: a chi credere?

--Interessante confronto, sulle pagine del Corriere del 29 ottobre scorso, tra Umberto Veronesi e Oscar Farinetti. Lo scienziato in odore di premio Nobel per la ricerca sul cancro e l’imprenditore che ha scommesso sulla bontà del cibo “made in Italy” vengono messi a confronto, in due distinte interviste, sul tema OGM si/OGM no.
La cosa sorprendente, che emerge dalla lettura delle due interviste, è che lo scienziato è sicuramente a favore degli OGM, mentre il bottegaio proprio non li vuole.
Lapidario Umberto Veronesi quando sostiene l’anacronismo delle posizioni contrarie agli OGM:   «Gli Ogm? Sono il futuro dell'umanità e questa lotta del Paese alla genetica in agricoltura è antistorica. Perché già usiamo la genetica da tutte le parti e, dunque, la cosa più semplice per la lotta contro la fame nel mondo è permettere alle piante di crescere in zone desertiche o nelle acque del mare». 
Sicuramente pesa, per quanto riguarda il nostro Paese, sempre secondo lo scienziato, il fatto che in Italia scontiamo la presenza “di una forte componente antiscientifica” secondo la quale tutto ciò che sa di scienza “è visto come una cosa diabolica”.
Così stando le cose, dobbiamo renderci conto, continua Umberto Veronesi, che “oggi, nel globo, ci sono cento milioni di ettari di colture Ogm ma noi, in Italia, siamo rimasti al mondo delle favole”, secondo cui l’agricoltura deve essere fatta come la facevano i nostri nonni.
E questo ci porta alle posizioni di Oscar Farinetti, che sicuramente hanno molta presa sull’emotività del cittadino medio.
In buona sostanza, il bottegaio-imprenditore immagina l’EXPO come occasione d’oro per rilanciare il cibo “made in Italy” ma rigorosamente OGM FREE e l’EXPO dovrebbe essere l’occasione giusta per rilanciare la contrarietà italiana ai prodotti geneticamente modificati.
Il bravo imprenditore richiama alla nostra memoria la figura dell’agricoltore come “una delle più importanti dell’umanità, soprattutto in una nazione come la nostra, dove l’agricoltura è fondamentale”.
E non manca una “perla” strepitosa, da parte di chi fa del business la propria vocazione: “Io sarei contento s etutte le nazioni prendessero la via degli OGM tranne l’Italia perché saremmo quelli che avrebbero più clienti al mondo. Tutti verrebbero da noi” per mangiare il cibo sopraffino che solo la crociata anti-OGM potrebbe garantire.
Insomma, per una pura questione di marketing, secondo Farinetti andrebbe benissimo che gli OGM si coltivassero dappertutto, meno che da noi. Anche perché, come dice lui stesso alla fine dell’intervista, non è detto che gli OGM facciano male, perche “non ci sono ancora risposte” in proposito.
A chi lo accusa di fare questa battaglia per favorire la propria azienda, Farinetti risponde: “Mai fatto aziende per fare soldi”, che per un imprenditore è un po’ una contraddizione di termini. E si definisce come una persona animata da un forte “rispetto delle tradizioni e della nostra cultura”.
A conclusione, meritano di essere riportate ancora alcune delle considerazioni espresse da Umberto Veronesi, quando ricorda, innanzitutto, che dobbiamo convincere gli oppositori agli OGM che “la conoscenza è un dovere, perché è una ricchezza illimitata” e che “I primi nemici degli Ogm sono i grandi produttori di pesticidi. Perché se non puoi fortificare una pianta, modificando un gene, sei obbligato a usare pesticidi”. E ci ricorda che “La genetica può produrre piante meravigliose. Questo farà anche paura ma ormai siamo grandi ed è tempo di guardare lontano”.



Umberto Veronesi: nato a Milano nel 1925, è  direttore scientifico dell'Istituto Europeo di Oncologia. Studioso e ricercatore nella ricerca antitumorale, è favorevole agli OGM, è antivivisezionista convinto e vegetariano “praticante”. Vicino un tempo al Partito Socialista, ha ricoperto anche il ruolo di ministro della sanità per il Governo Amamto (2000 – 2001) ed è stato eletto senatore nel epriodo 2008 – 2011.







Oscar Farinetti: nasce ad Alba, nel 1954. Il padre, ex partigiano e vicesindaco della città, fonda il supermercato UNIEURO, che Oscar farà diventare un’importante catena di distribuzione presente in tutta Italia. Nel 2004, vende UNIEURO a una public company inglese e fonda EATITALY, la catena di distribuzione delle eccellenze italiane nel settore alimentare.

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