-Un articolo di Caroline WILLIAMS, giornalista scientifica con discreto curriculum alle spalle, che su NEW SCIENTIST pubblica un articolo dal titolo “SEI REGOLE DI TROPPO”, che possiamo leggere su Internazionale n. 1024 del 1/7 novembre.
SEI REGOLE DA SFATARE, perchè sarebbero prive di evidenza scientifica:
REGOLA 1: Bere otto bicchieri d’acqua al giorno
REGOLA 2: Lo zucchero rende i bambini iperattivi
REGOLA 3: Si può e si deve “disintossicare” l’organismo
REGOLA 4: Le pillole antiossidanti aiutano a vivere più a lungo
REGOLA 5: Essere un po’ sovrappeso accorcia la vita
REGOLA 6: Dovremmo vivere e mangiare come gli uomini delle caverne
REGOLA 1: Bere otto bicchieri d’acqua al giorno
“È un mito difficile da sfatare. Quasi tutti siamo convinti
di non bere abbastanza acqua, ma l’idea che bisognerebbe berne
molta di più – almeno otto bicchieri al giorno – non si basa su un dato
scientifico” OSSERVA L’AUTRICE.
L’origine di questa regola nasce da una raccomandazione del National
Research Council (Nrc), risalente al 1945, in cui si sostiene che “un adulto dovrebbe consumare un millilitro
d’acqua per ogni caloria di cibo, pari a circa due litri e mezzo al giorno per
gli uomini e due litri per le donne”.
In questo deve essere considerato
che gran parte di quest’acqua “proviene
dal cibo che mangiamo… non è necessario bere acqua pura. Altre forme di
liquidi, come il tè e il caffè, possono
fornirci tutta l’acqua che ci serve” e non ci sono prove che
aggiungere altra acqua produca particolari effeetti benefici, “a parte andare in continuazione in bagno”.
REGOLA 2: Lo zucchero rende i
bambini iperattivi
click per accedere all'articolo |
“E’ difficile da credere, ma in realtà non è vero che lo zucchero
provoca iperattività. Nel 1996 un esame di dodici studi in cieco (nessuno
sapeva quali bambini avessero assunto zucchero e quali un placebo) non ha
riscontrato prove a sostegno di questa teoria” Semmai, quello che emerge,
appena assunta una certa quantità di zucchero, è un aumento momentaneo della
capacità di concentrazione, ma non è questo un motivo sufficiente per assumere
troppi zuccheri…
REGOLA 3: Si può e si deve
“disintossicare” l’organismo
E’ fuori da ogni dubbio che “viviamo in un mondo pieno di tossine:basta
leggere un giornale per respirare piombo. Ogni pasto che consumiamo contiene veleni
naturali, pesticidi e agenti inquinanti”. In estrema sintesi, potremmo
sostenere che il nostro corpo “è un ricettacolo di sostanze chimiche sospette” e che per questo dobbiamo “disintossicarci”
per espellere i veleni dal nostro organismo.
A questo proposito, non dobbiamo,
tuttavia, dimenticare, osserva Caroline Williams, che “già ci disintossichiamo regolarmente attraverso il fegato, i reni e
l’apparato digerente” e che, allo stesso tempo, per liberarci di alcune sostanze,
“soprattutto quelle liposolubili come le
diossine e i Pcb, possono volerci settimane, mesi o addirittura anni”.
Inutili o poco significativi,
dunque, i programmi per disintossicare il nostro organismo, e, secondo alcuni
ricercatori, anche praticando una sorta di “disintossicazione vita natural
durante”, mangiando il più possibile in modo sano ed evitando l’esposizione
alle sostanze chimiche in casa e al lavoro, non faremmo altro che eliminare una
quantità trascurabile (“una goccia nell’oceano”) di quelle sostanze chimiche
che sono ormai connaturate alla nostra vita quotidiana.
REGOLA 4: Le pillole
antiossidanti aiutano a vivere più a lungo
“È un fatto risaputo. Quando le cellule metabolizzano gli
alimenti producono delle molecole nocive chiamate radicali liberi...
Con il passare del tempo i danni dei radicali liberi si accumulano e possono
provocare malattie degenerative. Per fortuna ci sono sostanze che agiscono come
antiossidanti e spazzano via i radicali liberi”
Da qui deriva la convinzione che “prendere antiossidanti in pillole aiuta ad
allontanare le malattie”, come hanno sostenuto alcuni scienziati dagli anni
Settanta.
Una serie di test effettuati nel corso
degli anni Novanta e riguardanti l’assunzione di betacarotene, vitamina E e
vitamina C “dimostrano che queste
sostanze agiscono come antiossidanti in provetta,
ma che ingoiare pillole non dà nessun beneficio”. Al contrario, un’analisi
di quasi settanta test condotti su 230mila persone ha stabilito che gli
antiossidanti non allungano la vita.
REGOLA 5: Essere un po’
sovrappeso accorcia la vita
“Tanto per essere chiari: l’obesità patologica fa male. Con un
indice di massa corporea superiore a 40 si rischiano cardiopatie, varie forme di tumore e il diabete di tipo 2.
In generale il rischio di mortalità, per qualsiasi causa, aumentano al 29 per
cento.”
Quindi, nessun dubbio che l’obesità
faccia male, ma sembra anche che “qualche
chilo in più sembra allontanare il rischio di morire”, come dimostrerebbero
i risultati che emergono dalla sintesi
di quasi cento studi condotti su
circa tre milioni di persone. E
questo vale, in particolare, per le persone con un indice di massa corporea compreso
tra 25 e 29, che avrebbero un rischio di
morte inferiore del 6% rispetto alla media.
REGOLA 6: Dovremmo vivere e
mangiare come gli uomini delle caverne
“Il nostro organismo non si è evoluto per stare steso sul divano
a guardare la tv mangiando patatine e gelato, ma per andare a
caccia e per raccogliere frutta e verdura”: pertanto staremmo tutti meglio
se tornassimo a vivere come i nostri antenati.
A questo proposito, secondo l’autrice
dell’articolo, è sbagliato il presupposto di fondo, come dimostrerebbe Marlene
Zuk, biologa evolutiva dell’università del Minnesota e autrice di un libro che
smonta lo stile di vita paleo: “i nostri
antenati non si erano adattati perfettamente
al loro stile di vita, mentre noi ci siamo adattati alla dieta agricola”.
In conclusione, sembra
confermarsi una delle più note “leggi di Murphy”, secondo la quale “CONSULTANDO
UN NUMERO SUFFICIENTE DI ESPERTI, SIAMO IN GRADO DI SOSTENERE E DIMOSTRARE
QUALUNQUE COSA”
Sempre una preziosa fonte di informazione INTERNAZIONALE, che ci permette di leggere anche quelle notizie che la nostra stampa omette di pubblicare o che rischiamo di non vedere perché confuse in mezzo a tutto il resto. Su Internazionale troviamo così anche alcuni articoli che difficilmente potrebbero trovare spazio sui nostri giornali, per il semplice fatto che si tratta di notizie poco allineate alla vulgata corrente e, pertanto, possono non incontrare il favore dal lettore medio.
Diversa l’impressione che si ricava – non sempre, per carità, ma abbastanza di frequente – quando si guarda a ciò che viene pubblicato sulla stampa di lingua inglese.
Nessun commento:
Posta un commento