10 novembre 2013

regole di salute prive di ogni fondamento?

-Un articolo di Caroline WILLIAMS, giornalista scientifica con discreto curriculum alle spalle, che su NEW SCIENTIST pubblica un articolo dal titolo “SEI REGOLE DI TROPPO”, che possiamo leggere su Internazionale n. 1024 del 1/7 novembre.
SEI REGOLE DA SFATARE, perchè sarebbero prive di evidenza scientifica:
REGOLA 1: Bere otto bicchieri d’acqua al giorno
REGOLA 2: Lo zucchero rende i bambini iperattivi
REGOLA 3: Si può e si deve “disintossicare” l’organismo
REGOLA 4: Le pillole antiossidanti aiutano a vivere più a lungo
REGOLA 5: Essere un po’ sovrappeso accorcia la vita
REGOLA 6: Dovremmo vivere e mangiare come gli uomini delle caverne 

REGOLA 1: Bere otto bicchieri d’acqua al giorno
“È un mito difficile  da sfatare. Quasi tutti siamo convinti di non bere abbastanza acqua, ma l’idea che bisognerebbe berne molta di più – almeno otto bicchieri al giorno – non si basa su un dato scientifico” OSSERVA L’AUTRICE.
L’origine di questa regola nasce da una raccomandazione del National Research Council (Nrc), risalente al 1945, in cui si sostiene che “un adulto dovrebbe consumare un millilitro d’acqua per ogni caloria di cibo, pari a circa due litri e mezzo al giorno per gli uomini e due litri per le donne”.
In questo deve essere considerato che gran parte di quest’acqua “proviene dal cibo che mangiamo… non è necessario bere acqua pura. Altre forme di liquidi, come il tè e il caffè, possono
fornirci tutta l’acqua che ci serve” e non ci sono prove che aggiungere altra acqua produca particolari effeetti benefici, “a parte andare in continuazione in bagno”.

REGOLA 2: Lo zucchero rende i bambini iperattivi
click per accedere all'articolo
“E’ difficile da credere, ma in realtà non è vero che lo zucchero provoca iperattività. Nel 1996 un esame di dodici studi in cieco (nessuno sapeva quali bambini avessero assunto zucchero e quali un placebo) non ha riscontrato prove a sostegno di questa teoria” Semmai, quello che emerge, appena assunta una certa quantità di zucchero, è un aumento momentaneo della capacità di concentrazione, ma non è questo un motivo sufficiente per assumere troppi zuccheri…

REGOLA 3: Si può e si deve “disintossicare” l’organismo
E’ fuori da ogni dubbio che “viviamo in un mondo pieno di tossine:basta leggere un giornale per respirare piombo. Ogni pasto che consumiamo contiene veleni naturali, pesticidi e agenti inquinanti”. In estrema sintesi, potremmo sostenere che  il nostro corpo “è un ricettacolo di  sostanze chimiche sospette” e che per questo dobbiamo “disintossicarci” per espellere i veleni dal  nostro organismo.
A questo proposito, non dobbiamo, tuttavia, dimenticare, osserva Caroline Williams, che “già ci disintossichiamo regolarmente attraverso il fegato, i reni e l’apparato digerente” e che, allo stesso tempo, per liberarci di alcune sostanze, “soprattutto quelle liposolubili come le diossine e i Pcb, possono volerci settimane, mesi o addirittura anni”.
Inutili o poco significativi, dunque, i programmi per disintossicare il nostro organismo, e, secondo alcuni ricercatori, anche praticando una sorta di “disintossicazione vita natural durante”, mangiando il più possibile in modo sano ed evitando l’esposizione alle sostanze chimiche in casa e al lavoro, non faremmo altro che eliminare una quantità trascurabile (“una goccia nell’oceano”) di quelle sostanze chimiche che sono ormai connaturate alla nostra vita quotidiana.

REGOLA 4: Le pillole antiossidanti aiutano a vivere più a lungo
“È un fatto risaputo. Quando le cellule metabolizzano gli alimenti producono delle molecole nocive chiamate radicali liberi... Con il passare del tempo i danni dei radicali liberi si accumulano e possono provocare malattie degenerative. Per fortuna ci sono sostanze che agiscono come antiossidanti e spazzano via i radicali liberi”
Da qui deriva la convinzione che “prendere antiossidanti in pillole aiuta ad allontanare le malattie”, come hanno sostenuto alcuni scienziati dagli anni Settanta.
Una serie di test effettuati nel corso degli anni Novanta e riguardanti l’assunzione di betacarotene, vitamina E e vitamina C “dimostrano che queste sostanze agiscono come antiossidanti in provetta,
ma che ingoiare pillole non dà nessun beneficio”. Al contrario, un’analisi di quasi settanta test condotti su 230mila persone ha stabilito che gli antiossidanti non allungano la vita.

REGOLA 5: Essere un po’ sovrappeso accorcia la vita
“Tanto per essere chiari: l’obesità patologica fa male. Con un indice di massa corporea superiore a 40 si rischiano cardiopatie,  varie forme di tumore e il diabete di tipo 2. In generale il rischio di mortalità, per qualsiasi causa, aumentano al 29 per cento.”
Quindi, nessun dubbio che l’obesità faccia male, ma sembra anche che “qualche chilo in più sembra allontanare il rischio di morire”, come dimostrerebbero i risultati che emergono dalla sintesi
di quasi cento studi condotti su circa tre milioni di persone. E questo vale, in particolare, per le persone con un indice di massa corporea compreso  tra 25 e 29, che avrebbero un rischio di morte inferiore del 6% rispetto alla media.

REGOLA 6: Dovremmo vivere e mangiare come gli uomini delle caverne
“Il nostro organismo non si è evoluto per stare steso sul divano a guardare la tv mangiando patatine e gelato, ma per andare a caccia e per raccogliere frutta e verdura”: pertanto staremmo tutti meglio se tornassimo a vivere come i nostri antenati.
A questo proposito, secondo l’autrice dell’articolo, è sbagliato il presupposto di fondo, come dimostrerebbe Marlene Zuk, biologa evolutiva dell’università del Minnesota e autrice di un libro che smonta lo stile di vita paleo: “i nostri antenati non si erano adattati perfettamente  al loro stile di vita, mentre noi ci siamo adattati alla dieta agricola”.

In conclusione, sembra confermarsi una delle più note “leggi di Murphy”, secondo la quale “CONSULTANDO UN NUMERO SUFFICIENTE DI ESPERTI, SIAMO IN GRADO DI SOSTENERE E DIMOSTRARE QUALUNQUE COSA”
Sempre una preziosa fonte di informazione INTERNAZIONALE, che ci permette di leggere anche quelle notizie che la nostra stampa omette di pubblicare o che rischiamo di non vedere perché confuse in mezzo a tutto il resto.  Su Internazionale troviamo così anche alcuni articoli che difficilmente potrebbero trovare spazio sui nostri giornali, per il semplice fatto che si tratta di notizie poco allineate alla vulgata corrente e, pertanto, possono non incontrare il favore dal lettore medio.
Diversa l’impressione che si ricava – non sempre, per carità, ma abbastanza di frequente – quando si guarda a ciò che viene pubblicato sulla stampa di lingua inglese.

Nessun commento:

Posta un commento