2 settembre 2014

Social-network: per un uso consapevole

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Siamo prossimi alla ripresa della scuola e si ripropongono alla nostra attenzione, di genitori e di insegnanti, le problematiche legate all’uso di Internet in generale e dei social-network in particolare.
Inutile discettare sull’utilità di questi strumenti e sulle loro potenzialità. Allo stesso tempo, siamo tutti consapevoli che possono rappresentare anche fonte di pericolo, così come è insito in qualsiasi strumento creato dall’uomo: per banalizzare, anche un banalissimo martello può essere fonte di pericolo…In aggiunta, per quanto riguarda i social-network, c’è il fatto che i nostri figli, cioè quelli che noi adulti dovremmo tutelare e salvaguardare dai pericoli, ne sanno più di noi e usano questi strumenti con modalità e con agilità che ci lasciano sorpresi e dubbiosi.
E’ interessante e di utile lettura, a questo proposito, un agile documento prodotto dal “Garante per la protezione dei dati personali” (o garante per la privacy, se vogliamo), che fornisce alcune dritte in merito all’uso dei social-network, con il pregio  di essere di agevole lettura e molto chiaro nella formulazione.
Innanzitutto, quasi a premessa, viene ben evidenziato che non esiste più una separazione tra la vita “on-line” e quella “off-line”, perché “quello che scrivi e le immagini che pubblichi sui social network hanno quasi sempre un riflesso diretto sulla tua vita di tutti i giorni, e nei rapporti con amici, familiari, compagni di classe, colleghi di lavoro”.
A maggior ragione, va considerato che “l’effetto può non essere necessariamente immediato, ma ritardato nel tempo”, perché le notizie affidate alla rete rimangono nella rete, anche quando noi le vorremmo cancellare o le pensiamo ormai dimenticate. Infatti “quando inserisci i tuoi dati personali su un sito di social network, ne perdi il controllo. I dati possono essere registrati da tutti i tuoi contatti e dai componenti dei gruppi cui hai aderito, rielaborati, diffusi, anche a distanza di anni”.
Tutto avviene nella piena legalità, perché i grandi social-network si muovono nel rispetto delle normative, facendoci sottoscrivere/accettare determinate condizioni quando noi decidiamo di aderire, concedendo loro “la licenza di usare senza limiti di tempo il materiale che inserisci on-line… le tue foto, le tue chat, i tuoi scritti, le tue opinioni”.
Inutile pensare che “l’invio di messaggi che si “autodistruggono” dopo la lettura, possa metterli al riparo dai rischi di un uso inappropriato del materiale che viene così condiviso”, ci ricorda il Garante e, rivolgendosi soprattutto ai più giovani, evidenzia il pericolo che la falsa convinzione di poter rimuovere/controllare i messaggi affidati alla rete “può spingerti a scambiare, senza pensarci troppo, messaggi sessualmente espliciti (sexting), insulti gratuiti o semplicemente inopportuni”.
Dobbiamo sempre tener presente che “tutto quello che è condiviso può sempre essere in qualche maniera salvato e riutilizzato” e, quindi è bene prestare attenzione alle informazioni che rendiamo disponibili in rete: “ricorda: il miglior difensore della tua privacy sei innanzitutto tu”.
Ecco allora la necessaria cautela che deve regolare il nostro uso di questi strumenti, a tutela nostra e senza dimenticare che tali mezzi possono anche essere strumenti di offesa verso altri, per cui è bene, ci ricorda il Garante per la Privacy, non lasciarci trascinare “nel gioco perverso dei gruppi “contro qualcuno”: la prossima volta potresti essere tu la vittima”.
Le indicazioni, i consigli del Garante tengono conto anche dei risvolti che le notizie postate sui social-network possono avere sul futuro dei nostri giovani, per esempio per quanto riguarda la ricerca del lavoro: “Sai che le società di selezione del personale cercano informazioni sui candidati utilizzando i principali motori di ricerca on-line o accedendo direttamente ai profili pubblicati sui social network?”
Noi possiamo scrivere ciò che vogliamo sul nostro curriculum “formate europeo”, ma le notizie in rete rimangono. Quindi, è bene che i nostri ragazzi imparino a porsi certe precise domande:
“Ti sei mai chiesto se le foto che hai pubblicato sui social network e i post che hai inserito potranno danneggiarti nella ricerca del tuo prossimo lavoro?
Le informazioni contenute nel curriculum che hai spedito all’azienda corrispondono a quelle che hai pubblicato su Internet, magari sul tuo profilo?
Quello che racconti della tua vita nelle tue “chiacchiere on-line” è coerente con le tue aspirazioni professionali?”
Questo vale, in diversa misura, anche per altri aspetti della nostra vita e della vita dei nostri ragazzi, per i quali vale la pena di riportare alcune altre domande:
Se sapessi che il vicino di casa o il tuo professore possono accedere al tuo profilo e al tuo diario on-line, scriveresti le stesse cose e nella stessa forma?
Sei sicuro che le foto e le informazioni che pubblichi ti piaceranno anche tra qualche anno?
Prima di caricare/postare la “foto ridicola” di un amico, ti sei chiesto se a te farebbe piacere trovarti nella stessa situazione?
Sei sicuro che mostreresti “quella” foto con il tuo ex anche al tuo nuovo ragazzo/a?”
Preoccupazione eccessiva?
Può darsi che i nostri giovani siano più consapevoli di noi adulti nell’uso dei social-network, se solo consideriamo le non poche sciocchezze che vengono postate da gente di mezza età… In ogni caso, l’agile e chiaro opuscolo del Garante merita di essere letto e diffuso, perché di buona informazione ne abbiamo bisogno sempre e tutti.
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