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Inutile discettare sull’utilità
di questi strumenti e sulle loro potenzialità. Allo stesso tempo, siamo tutti consapevoli
che possono rappresentare anche fonte di pericolo, così come è insito in
qualsiasi strumento creato dall’uomo: per banalizzare, anche un banalissimo martello
può essere fonte di pericolo…In aggiunta, per quanto riguarda i social-network,
c’è il fatto che i nostri figli, cioè quelli che noi adulti dovremmo tutelare e
salvaguardare dai pericoli, ne sanno più di noi e usano questi strumenti con
modalità e con agilità che ci lasciano sorpresi e dubbiosi.
E’ interessante e di utile
lettura, a questo proposito, un agile documento prodotto dal “Garante per la
protezione dei dati personali” (o garante per la privacy, se vogliamo), che fornisce
alcune dritte in merito all’uso dei social-network, con il pregio di essere di agevole lettura e molto chiaro
nella formulazione.
Innanzitutto, quasi a
premessa, viene ben evidenziato che non esiste più una separazione tra la vita
“on-line” e quella “off-line”, perché “quello
che scrivi e le immagini che pubblichi sui social network hanno quasi sempre un
riflesso diretto sulla tua vita di tutti i giorni, e nei rapporti con amici,
familiari, compagni di classe, colleghi di lavoro”.
A maggior ragione, va
considerato che “l’effetto può non essere
necessariamente immediato, ma ritardato nel tempo”, perché le notizie
affidate alla rete rimangono nella rete, anche quando noi le vorremmo
cancellare o le pensiamo ormai dimenticate. Infatti “quando inserisci i tuoi dati personali su un sito di social network, ne
perdi il controllo. I dati possono essere registrati da tutti i tuoi contatti e
dai componenti dei gruppi cui hai aderito, rielaborati, diffusi, anche a
distanza di anni”.
Tutto avviene nella piena
legalità, perché i grandi social-network si muovono nel rispetto delle
normative, facendoci sottoscrivere/accettare determinate condizioni quando noi
decidiamo di aderire, concedendo loro “la
licenza di usare senza limiti di tempo il materiale che inserisci on-line… le
tue foto, le tue chat, i tuoi scritti, le tue opinioni”.
Inutile pensare che “l’invio di messaggi che si
“autodistruggono” dopo la lettura, possa metterli al riparo dai rischi di un
uso inappropriato del materiale che viene così condiviso”, ci ricorda il
Garante e, rivolgendosi soprattutto ai più giovani, evidenzia il pericolo che
la falsa convinzione di poter rimuovere/controllare i messaggi affidati alla
rete “può spingerti a scambiare, senza pensarci troppo, messaggi sessualmente
espliciti (sexting), insulti gratuiti o semplicemente inopportuni”.
Dobbiamo sempre tener presente
che “tutto quello che è condiviso può sempre essere in qualche maniera salvato e
riutilizzato” e, quindi è bene prestare attenzione alle informazioni che
rendiamo disponibili in rete: “ricorda:
il miglior difensore della tua privacy sei innanzitutto tu”.
Ecco allora la necessaria
cautela che deve regolare il nostro uso di questi strumenti, a tutela nostra e
senza dimenticare che tali mezzi possono anche essere strumenti di offesa verso
altri, per cui è bene, ci ricorda il Garante per la Privacy, non lasciarci
trascinare “nel gioco perverso dei gruppi
“contro qualcuno”: la prossima volta potresti essere tu la vittima”.
Le indicazioni, i consigli del
Garante tengono conto anche dei risvolti che le notizie postate sui
social-network possono avere sul futuro dei nostri giovani, per esempio per quanto
riguarda la ricerca del lavoro: “Sai che le società di selezione del personale cercano
informazioni sui candidati utilizzando i principali motori di ricerca on-line o
accedendo direttamente ai profili pubblicati sui social network?”
Noi
possiamo scrivere ciò che vogliamo sul nostro curriculum “formate europeo”, ma
le notizie in rete rimangono. Quindi, è bene che i nostri ragazzi imparino a
porsi certe precise domande:
“Ti sei mai chiesto se le foto che hai
pubblicato sui social network e i post che hai inserito potranno danneggiarti
nella ricerca del tuo prossimo lavoro?
Le informazioni contenute nel curriculum che
hai spedito all’azienda corrispondono a quelle che hai pubblicato su Internet, magari
sul tuo profilo?
Quello che racconti della tua vita nelle tue
“chiacchiere on-line” è coerente con le tue aspirazioni professionali?”
Questo vale, in diversa
misura, anche per altri aspetti della nostra vita e della vita dei nostri
ragazzi, per i quali vale la pena di riportare alcune altre domande:
Se sapessi che il vicino di casa o il tuo professore possono accedere al
tuo profilo e al tuo diario on-line, scriveresti le stesse cose e nella stessa
forma?
Sei sicuro che le foto e le informazioni che pubblichi ti piaceranno anche
tra qualche anno?
Prima di caricare/postare la “foto ridicola” di un amico, ti sei
chiesto se a te farebbe piacere trovarti nella stessa situazione?
Sei sicuro che mostreresti “quella” foto con il tuo ex anche al tuo
nuovo ragazzo/a?”
Preoccupazione eccessiva?
Può darsi che i nostri giovani
siano più consapevoli di noi adulti nell’uso dei social-network, se solo
consideriamo le non poche sciocchezze che vengono postate da gente di mezza età…
In ogni caso, l’agile e chiaro opuscolo del Garante merita di essere letto e
diffuso, perché di buona informazione ne abbiamo bisogno sempre e tutti.
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