26 aprile 2014

studi umanistici baluardo della democrazia

--“La conoscenza non è garanzia di un buon comportamento,
ma l'ignoranza lo è quasi certamente di uno cattivo”
Basterebbe questa citazione per condensare il messaggio che ci viene da “Non per profitto. Perché le democrazie hanno bisogno della cultura umanistica” di Martha C. NUSSBAUM, che insegna “Law and Ethics” all’Università di Chicago.
Non si tratta di una difesa d’ufficio e aprioristica del sapere “umanistico”, quanto, piuttosto, di una stringente analisi di quella che si prospetta come silenziosa crisi “mondiale” dell’istruzione che rischia di tradursi in crisi della democrazia.
Secondo la studiosa americana, infatti, il modello imperante di istruzione è orientato fortemente e unicamente alla logica economica e del profitto e trascura quell’educazione che, rendendoci capaci di guardare agli altri, è la base necessaria della convivenza civile ed è la radice da cui può alimentarsi la democrazia.

Una giusta attenzione alle discipline umanistiche e al sapere che da queste ci deriva, consente di acquisire una metodologia migliore per interpretare il reale in modo critico e, soprattutto, ci porta a quell’EMPATIA che è l’atteggiamento fondamentale per instaurare i rapporti tra gli uomini, cioè quella capacità di  pensarsi nei panni di un’altra persona, di essere un lettore intelligente della sua storia, di  comprenderne le emozioni, le aspettative e i desideri”.
Quindi, un percorso virtuoso che prende avvio dalla scuola come agenzia educativa che ci rende sensibili nei confronti degli altri uomini e apre le porte alla democrazia. E questo attraverso quell’educazione che solo le materie umanistiche ci possono dare: “Per assolvere a questo compito, le scuole devono assegnare un posto di rilievo nel programma di studio alle materie umanistiche, letterarie e artistiche, coltivando una partecipazione di tipo partecipativo che attivi e perfezioni la capacità di vedere il mondo attraverso gli occhi di un’altra persona” (pag. 111).
Quindi, per condensare in un solo concetto il pensiero della studiosa americana, possiamo dire che "solo la cultura umanistica educa una democrazia".
Il fondamentale ruolo così assegnato alla scuola richiede anche una nuova consapevolezza per quanto riguarda le metodologie didattiche che, sempre secondo Martha C. NUSSBAUM dovrebbero ispirarsi alla pedagogia socratica, davvero atta a “formare i nostri ragazzi al pensiero critico e sviluppare le loro capacità intellettuali di riflessione” che sono i presupposti per essere cittadini consapevoli.
Per fare questo si richiede che l’azione educativa si ponga con grande attenzione verso l’individuo prima che verso i contenuti, come invece si tende a fare nella nostra epoca, e ciò sarà possibile mediante nuove strategie didattiche e anche affrontando i necessari costi che queste comportano : “ogni studente deve essere trattato come un individuo da cui ci si aspetta che possa esprimersi in un contributo attivo, e creativo, alla discussione in classe. Questo tipo di pedagogia è possibile solo con piccole classi, o, almeno, con incontri regolari di piccoli gruppi provenienti da classi più ampie” (pag. 72)
Guardando al panorama odierno, si è portati ad ammettere, secondo l’analisi che ci fornisce questo saggio del 2011, che le democrazie sono esposte ad alcuni seri rischi perché stanno sottovalutando, e di conseguenza trascurando, i saperi e le capacità di cui abbiamo disperatamente bisogno per mantenere vitale, rispettosa e responsabile la democrazia stessa” (pagg. 91-92).
A questo concorrono la “scarsa capacità di ragionamento, provincialismo, fretta, inerzia, egoismo e povertà di spirito” che connotano i nostri sistemi educativi, perchè “l'istruzione volta esclusivamente al tornaconto sul mercato globale esalta queste carenze, producendo un'ottusa grettezza e una docilità – in tecnici obbedienti e ammaestrati – che minacciano la vita stessa della democrazia, e che di sicuro impediscono la creazione di una degna cultura mondiale” (pag. 154).
L'imperativo della crescita economica nei decenni passati ha indotto la maggior parte dei governi europei a rivedere tutta l'istruzione universitaria – in termini di insegnamento e di ricerca – secondo linee orientate al solo sviluppo economico. A ciò si aggiunge che, negli ultimi anni, le criticità indotte dalla crisi economica e le conseguenti politiche di spending reiew hanno portato, in molti Paesi, ad ulteriori tagli all’istruzione umanistica e artistica, sempre a favore delle abilità tecniche e delle conoscenze pratico-scientifiche. Si penalizza, in questo modo, quella conoscenza capace di nutrire la libertà di pensiero e di parola, la possibilità di approdare a una effettiva autonomia di giudizio, la capacità di immaginazione: un insieme di prerequisiti, potremmo dire con un termine  mutuato dalla didattica, indispensabili per approdare a un’umanità “matura e responsabile”.
Potremmo concludere, riprendendo un pensiero di Edgar Morin, che dobbiamo promuovere e incentivare la cultura classica, in una prospettiva nuova che sappia ricomporre in modo più armonioso i diversi saperi, in modo da contribuire a formare “UNA TESTA BEN FATTA”, così da assicurare all’uomo di oggi e agli uomini di domani sempre maggiori gradi di libertà e di partecipazione consapevole alla vita sociale, culturale e professionale della comunità in cui essi vivono. 
 
Martha C. NUSSBAUM  insegna Law and Ethics nell’Università di Chicago. Con il Mulino ha pubblicato: “Diventare persone” (2001), “Giustizia sociale e dignità umana” (2002), “Le nuove frontiere della giustizia” (2007), “Giustizia e aiuto materiale” (2008), “L’intelligenza delle emozioni” (II ed. 2009), “Lo scontro dentro le civiltà” (2009), “Libertà di coscienza e religione” (2009), “La fragilità del bene” (III ed. 2011). 

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