23 gennaio 2014

un GRANDE LIBRO che DOBBIAMO LEGGERE

-Ho capito almeno una cosa sull’autismo: che è il mio cioccolatino amaro, mio e soprattutto di Andrea e che dobbiamo gestircelo. Avete presente Forrest Gump? Quando la madre gli dice che la vita è come una scatola di cioccolatini, non sai mai quello che ti capita? Ti è capitato quello amaro, è inutile che piangi perché l’altro ce l’ha più dolce e sta meglio: parti da lì e vai (pag. 131-2)
Questo il punto da dove Franco Antonello parte insieme a suo figlio Andrea, affetto da autismo: una strada percorsa in due, che abbiamo iniziato a conoscere attraverso l’imprevisto successo di “Se ti abbraccio non aver paura”, e che conosciamo meglio ora che è arrivato “SONO GRADITI VISI SORRIDENTI”.
Nel primo libro, grazie alla penna di Fulvio Ervas, FRANCO ANTONELLO ci ha raccontato la storia del viaggio in moto attraverso le due Americhe, compiuto con il figlio autistico ANDREA. Pensava di stamparne 500 copie da dare ad amici e conoscenti e, invece, ne è venuto un successo strepitoso, tanto che Feltrinelli ha gli ha chiesto di ripercorrere tutta la vita, sua e di Andrea. Possiamo così leggere “SONO GRADITI VISI SORRIDENTI”, un libro che ti prende nell’anima e ti lascia con gli occhi umidi di commozione  e di ammirazione.
Partiamo con un po’ di ordine cronologico.

Franco Antonello, che somiglia a Ligabue in modo davvero impressionante, nasce a Castelfranco nel 1960 e vive il cammino che porta il povero Veneto a diventare il centro di quel Nord-Est tanto ricco che tutti ben conosciamo. La famiglia gestisce un albergo/ristorante, con tanto di sala banchetti per i pranzi di matrimonio. Dedizione totale al lavoro, tanto che genitori e zii, con le rispettive famiglie abitano “dentro” l’albergo, in totale con-fusione tra sfera familiare e sfera lavorativa, con la dedizione al lavoro e ai clienti prima di tutto. Solo col passare degli anni e con l’aumentare della ricchezza, le tre famiglie si doteranno di abitazione propria e separeranno le due cose.
Franco cresce in questo ambiente, lavorando. Ci racconta della sua giovinezza, del motorino, della discoteca, delle canzoni di Rino Gaetano e di del primo Vasco; si diploma in ragioneria e trova subito (allora succedeva) posto in banca, dove va quasi per sfuggire al lavoro totalizzante che ha visto praticato dai propri genitori.
Gli anni sono quelli buoni e anche il posto fisso in banca gli va stretto: diventa consulente finanziario per Fideuram e via, di cliente in cliente, guadagna in un mese quello che in banca prendeva in sei mesi a stare fisso in ufficio.
E ancora un altro cambiamento: unendosi ad altri tre amici che hanno avviato una ditta che si occupa di raccolta  e distribuzione delle pubblicità, diventa imprenditore “rampante” e affermato, dimostrando capacità organizzative di primo livello.
Arriva qui, lacerante e sconvolgente, l’autismo che colpisce improvvisamente Andrea, quando ha due anni e mezzo. Così lo vedono, per la prima volta, i genitori: “C’è Andrea, nel giardino. E’ in piedi in mezzo all’erba, con in mano il blocchetto delle costruzioni, quelli grossi per i bambini della sua età, giallo vivo. Lo gira e lo rigira tra le mani, lentamente, senza sosta. Lo guarda. Ma i suoi occhi sono vuoti”. (pag. 86)
AUTISMO. SUL DIZIONARIO UNA PAROLA. NELLA VITA, UNA BUFERA.
“Immagina di uscire e prendere la tua auto. Sali, giri la chiave e la macchina, invece di mettersi in moto, suona il clacson. Tutti ti guardano. Spegni. Riaccendi, stavolta va in moto. Chiudi la portiera, si apre il baule. Metti la prima, va in retro…
Tu sai cosa fare, ma la macchina non lo fa. La gente ti guarda, pensa che tu sia deficiente, che non sappia guidare; suona il clacson, ti insulta. Ecco, L’AUTISMO E’ QUANDO QUESTA MACCHINA E’ IL TUO CORPO E TUTTO, OGNI GESTO, LE PAROLE, TUTTO E’ DIVERSO DA QUELLO CHE VUOI FARE. TU VEDI PERFETTAMENTE IL MONDO, CAPISCI PERFETTAMENTE COSA SUCCEDE, MA FAI COSE DIVERSE DA QUELLE CHE VUOI, LA GENTE PENSA CHE TU SIA SCEMO E TI TRATTA DA SCEMO” (pag. 88)
Domande senza risposta, pellegrinaggi tra mille ospedali e specialisti, ma senza alcuna via d’uscita, con i genitori che affrontano la più dura delle prove che possa loro accadere.
“Non è possibile, non è accettabile, non si può. Non possono arrivare gratis, queste cose, a uno così piccolo, che nella vita di male non ha fatto niente” ed è la mamma che “si carica sulle spalle la quotidianità di questa nostra nuova, estenuante condizione di genitori di un bambino disabile”, essendo lui impegnatissimo con il lavoro: “di lavoro ne abbiamo un sacco, continua ad essere un periodo d’oro”. (pag. 93)
E per seguire al meglio Andrea, Franco limita il tempo dedicato al lavoro, cerca di stare quanto può con Andrea, tanto che, quando il matrimonio giunge al capolinea, si prende in casa il figlio e impara a vivere insieme a lui, con lui affronta l’avventura del lungo viaggio in moto attraverso l’America, rendendosi conto che “L’AUTISMO: UNA RICETRASMITTENTE CHE RICEVE TUTTO MA TRASMETTE SOLO RUMORE BIANCO” (pag. 132)
Andrea impara a leggere e a scrivere, frequenta la scuola e vince tutti i pregiudizi (emblematico quanto avviene con il preside della scuola media…) fino ad arrivare alla maturità, lo scorso anno.
Il libro è scritto a quattro mani e le parti in corsivo sono quelle di Andrea, che commenta la sua vita e lancia un appello:
“Io ho bisogno di voi. Diffido dei miei gesti che non dicono chi sono, io vi conosco da lontano… Vi scrivo di me dentro una scatola piena che si apre con difficili gesti…
Fragile mio cuore batte per amicizia.
Porto richieste a tutti voi primo non ditemi sempre cosa non devo fare ma aiutatemi a vedere come muovere mio corpo” (pag. 219)
Franco ha trovato una nuova strada, insieme al figlio, che lo porterà alla scoperta del sociale, che egli affronta con lo spirito e le capacità dimostrate come imprenditore: nasce “I BAMBINI DELLE FATE”, fondazione senza scopo di lucro con finalità sociali e umanitarie rivolte alle disabilità infantili ed alla ricerca http://www.ibambinidellefate.it , nella consapevolezza che “La nostra società non è fatta per la gente diversA” forse anche perché segue obiettivi sbagliati e non è detto che sia poi vero che la nostra è la società migliore che possiamo immaginare: “quando negli anni Ottanta mi sono innamorato del Brasile non è stato per la bellezza di quella terra… per il modo di vivere. La gente lì è più semplice, naturale, tranquilla, allegra. Soprattutto ha UN ALTRO SENSO DELLE PRIORITA’. L’amore, la musica, l’amicizia, ballare vengono prima. Mare e sole, che sono la vita. E poi certo, MA SOLO POI, il lavoro, gli impegni, il resto.” (pag. 106)
E ci lancia un appello perché ciascuno di noi possa dare il proprio contributo, con misura e con impegno costante, senza lasciarsi andare ai facili gesti di generosità sporadica, ma garantendo la regolarità del nostro impegno, per quanto piccolo essa sia.
Un sogno e un appello, dunque, per un diverso modo di affrontare le problematiche sociali: “NON UNA LACRIMA, UN OBOLO, MA UN IMPEGNO… Si tratta di cambiare punto di vista… Siamo in un mondo che corre, corre, corre e per cambiare la testa di tutti ci vuole tempo” ma è necessraio smetterla con la logica dell’emergenza quando si tratta del sociale. “Basta con cene, dove una sera si raccolgono fondi e fino al prossimo Natale nessuno ci pensa più… che ognuno, invece di essere coinvolto nel sociale a caso, SI ABBINI A UN PROGETTO IN MANIERA CONTINUATIVA… che ci sia nel sociale una mentalità imprenditoriale, possibilità di controllo, responsabilità… che ogni allenatore dedichi una giornata al mese a un ragazzo disabile. Che ogni artista, pittore, musicista, che ogni imprenditore, sarto, ogni artigiano o manager, ogni casalinga o impiegato, CHE TUTTI NOI CI PRENDIAMO UN GIORNO AL MESE PER CONDIVIDERE IL NOSTRO TEMPO CON LUI O CON LEI… CHE OGNUNO DI NOI PENSI TRENTA GIORNI AL MESE A SE STESSO E UN GIORNO, UNO SOLO, A QUELLI CHE SONO RIMASTI PER STRADA E CI SONO RIMASTI GRATIS, SENZA AVER FATTO NIENTE DI MALE, SENZA AVER AVUTO MAI UNA POSSIBILIOTA’.
CHE OGNUNO DI NOI DIA LE BRICIOLE DEI SUOI GIORNI A CHI NE HA BISOGNO COME IL PANE. Allora avremo fatto l’unica rivoluzione necessaria. La rivoluzione copernicana. FARE GIRARE IL MONDO ATTORNO ALLE PERSONE (pag. 217-18)
Per fare questo “niente domande. Non chiederti cosa devi fare o come devi farlo, pensa solo a donare il tuo tempo, la tua compagnia”.

“Uomo non è
Animale lo diventa
Se subisce
Cattiveria altrui
Importante dico è distribuire
Amore unito a fiducia nell’umanità” (pag. 220)

p.s.: da quanto accaduto ad Andrea e dai tempi e modi in cui si è manifestato l’autismo, sembra emergere con forte evidenza – sostenuta da analoghe testimonianze di tanti altri casi - la correlazione tra autismo e vaccinazioni infantili. URGENTI APPROFONDIMENTI SCIENTIFICI IN PROPOSITO

Nessun commento:

Posta un commento