8 settembre 2013

Sorveglianza e controllo con Internet

-- Difficile dire se siamo di fronte a un visionario/maniaco che è stato capace di impossessarsi e diffondere una gran massa di documenti top secret o se JULIAN ASSANGE precorre i tempi e grida per avvisarci dei pericoli che l’umanità intera sta correndo.
Di sicuro, con la sua azione ha incrinato lo status quo dei servizi segreti americani/mondiali e merita di essere letto questo suo libro, INTERNET E' IL NEMICO (ediz. Feltrinelli) che procede in forma di conversazione, ed è stato dato alle stampe in concomitanza dell’arresto di Bradley Manning, il militare USA fonte di WiKileaks che lavorava al programma segreto Prism, il software di intercettazione totale delle telefonate e delle comunicazioni elettroniche gestito dall'americana NSA, il servizio segreto militare.


Possiamo dire che, comunque se ne valuti l’operato, J. Assange deve essere ricondotto nell’alveo di un preciso movimento CIPHERPUNK che si batte contro lo strapotere di chi detiene i flussi di traffico e i dati che circolano nella rete e sostiene la necessità di porre un argine a tale strapotere, mediante l’utilizzo di strumenti crittati che assicurino l’effettivo anonimato e la non tracciabilità di quel che facciamo/vediamo/operiamo in rete.
Il termine CIPHERPUNK è entrato nell’Oxford English Dictionary nel 2006, a indicare coloro che si battono per l’uso della crittografia e di tecniche affini per arrivare alla massima privacy per i dati della gente comune, che invece il potere politico e delle grandi corporation come Google e Facebook tende a raccogliere in modo sistematico per sorvegliare e vendere.
Sapere cosa fa il singolo cittadino, oggi è facilissimo, e la sorveglianza può essere TOTALE, in quanto “LA GENTE SBATTE IN RETE LE SUE SIMPATIE POLITICHE, LE COMUNICAZIONI FAMILIARI E LE AMICIZIE”.
Una volta “la gente veniva ricompensata perché lavorava per la STASI, la polizia politica della Germania Est, mentre oggi viene ricompensata perché è su Facebook” e FACEBOOK FA SOLDI FACENDO SENTIRE LA GENTE A PROPRIO AGIO QUANDO RIVELA I PROPRI DATI
Da un punto di vista economico, noi utenti non siamo i clienti dei social network: L’UTENTE DI FACEBOOK E’ IL PRODOTTO E IL VERO CLIENTE SONO LE AGENZIE PUBBLICITARIE, cui Fb e gli altri social network vendono i dati riguardanti le abitudini, i gusti, le opinioni, ecce cc di centinaia di milioni di persone.
Al contempo, va considerata anche la possibilità che deriva, attraverso la conservazione delle comunicazioni via web, di SORVEGLIARE quel che fanno, dicono, pensano i cittadini.
Come viene illustrato da pag 41 in poi, assistiamo a una sorta di MILITARIZZAZIONE DEL CIBERSPAZIO, perché “quando comunichi via Internet, quando comunichi con la telefonia mobile, che è ormai intrecciata con Internet, le tue comunicazioni vengono intercettate dai servizi d’informazione militari” e quindi “è come avere un soldato sotto il letto. E’ una militarizzazione della vita civile”
Interessante, in questa direzione, pensare allo STORAGE DI MASSA, cioè al conservazione di tutte le comunicazioni, tutte le chiamate, tutti i dati sul traffico, i vari modi in cui si usano gli SMS…
LA CONSERVAZIONE DEI DATI COSTA SEMPRE DI MENO OGNI ANNO CHE PASSA PUOI AVERE STORAGE DI QUALITA’ VOCALE DI TUTTE LE TELEFONATE TEDESCHE DI UN ANNO PER CIRCA 30 MILIONI DI EURO.
Un tempo si selezionava CHI doveva essere intercettato, mentre oggi è più facile ed efficace fare in questo modo: PRENDIAMO TUTTO E SELEZIONIAMO DOPO
In buona sostanza, possiamo dire che UN CELLULARE E’ UN CONGEGNO DI RINTRACCIAMENTO CHE FA ANCHE TELEFONATE e “Se sei un tipico utente, Google sa con chi stai comunicando, chi conosci, che cosa cerchi, in potenza il tuo orientamento sessuale e le tue credenze religiose e politiche”
Siamo molto attenti e sensibili al tema della Privacy, MA ORA CON FACEBOOK SIAMO FELICISSIMI DI RILASCIARE OGNI GENERE DI DATO PERSONALE
Sarebbe quanto mai importante essere tutti consapevoli che pubblicare qualcosa su Fb significa concedere l’accesso a questi dati AL RESTO DEL MONDO per un tempo indefinito: in sostanza, i nostri dati che affidiamo alla rete non sono più nostri.
Questa condizione NON è irreversibile, secondo Assange e gli interlocutori che lo accompagnano in questo libro, e lo si vede bene nel capitolo “COMBATTERE LA SORVEGLIANZA TOTALE CON LE LEGGI DELLA FISICA”.
Le nostre comunicazioni potrebbero essere adeguatamente “crittografate con strumenti di comunicazione come TOR o come il CRIPTOPHONE per poter comunicare soltanto con la gente che vogliamo”, perché esistono/sono stati sviluppati software che, in base a precise leggi della fisica e della matematica, non possono essere penetrati nemmeno dal più potente dei servizi segreti: “così come puoi costruire bombe atomiche, ci sono dei problemi matematici che puoi creare e che nemmeno lo Stato più forte potrà risolvere”
Diversamente “pian piano finiremo con una società della sorveglianza totalitaria globale e che forse ci saranno solo poche ultime persone libere, quelle che sapranno usare questa crittografia come difesa contro la sorveglianza completa, totale”

Da pag 71 in poi, il libro si concentra sui risvolti politici ed economici che derivano dalla disponibilità di grandi masse di dati concentrati nelle mani di pochi soggetti nel mondo., se pensiamo che “Facebook è totalmente centralizzato. Twitter è totalmente centralizzato. Google pure. Tutti sono negli Stati Uniti”
Per questo, è illuminante l’osservazione che “quando Putin esce a comprarsi una Coca, trenta secondi dopo a Washington lo sanno”.
Due soli istituti di credito americani gestiscono  quasi tutti i pagamenti con carta di credito del pianeta e questa “E’ una faccenda molto pericolosa…  perché invita a ogni sorta di utilizzo di questi dati” e controllare i flussi di denaro significa “controllare che cosa fa la gente, incentivare una cosa, disincentivarne un’altra”
Non sfugge al controllo nemmeno il denaro contante, se pensiamo che è oggi tecnicamente fattibile e forse sono già attivi i primi “bancomat che registrano i numeri di serie delle banconote e poi li tracciano per svolgere analisi di flusso del contante e vedere dove è stato speso e chi ci ha fatto cosa”.

CONCLUSIONI
Julian Assange non è un luddista e non pensa minimamente a demonizzare Internet e le strabilianti opportunità che la rete offre all’intera umanità. Ma, come tutti gli strumenti creati dall’uomo nel corso della storia, i risultati e gli effetti che ne derivano dipendono dall’uso che di questi strumenti viene fatto. E Internet, a questo proposito, non può essere lasciata senza regole certe e trasparenti che tutelino gli utenti e impediscano di raccogliere, a nostra insaputa, una massa di dati sul nostro conto che, se ne fossimo consapevoli, ben ci guarderemmo di affidare ad altri.
Egli è convinto che “Un’Internet libera, aperta e universale è forse lo strumento più importante che abbiamo per affrontare i problemi globali che sono in ballo, che proteggerla è forse uno dei compiti essenziali per la nostra generazione e che quando qualcuno da qualche parte, che sia un governo o un’azienda, limita la capacità di accedere all’Internet universale ne viene colpita l’intera Internet”
Auspicabile, dunque, “continuare a costruire strumenti che facilitino ai cittadini la realizzazione di infrastrutture decentrate critatte, il possesso di una propria infrastruttura comunicativa… promuovere queste idee … per costruire un mondo migliore”


Testo sotto forma di conversazione con: 
Julian Assange, giornalista, programmatore e attivista australiano, è co-fondatore di WikiLeak, il sito che nel 2010 ha portato alla luce, violando i computer del governo americano e del Pentagono, 250mila documenti catalogati come confidenziali o segreti.
Jacob Appelbaum, ricercatore membro del progetto TOR per la navigazione anonima; 
Andy Müller-Maguhn, già direttore europeo dell'ICANN e specialista in forme di sorveglianza elettronica di cui attua un monitoraggio continuo sul suo sito Bugged Planet;
Jérémie Zimmermann, cofondatore del progetto francese La Quadrature du Net, una delle più importanti associazioni europee per la difesa del diritto all'anonimato on line.

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