6 febbraio 2013

Quando l'ambientalista cambia idea

 --Mark Lynas per anni è stato l’attivista un esponente di spicco tra gli ambientalsiti europei, sempre vezzeggiato dai giornali di sinistra inglesi, tanto che The Guardian, New Statesman e Observer hanno ospitato sempre volentieri (e lo fanno tuttora) i suoi commenti.
Tra i suoi scritti, vanno ricordati alcuni libri di successo sui cambiamenti climatici, nei quali si enfatizzano le ipotesi più catastrofiste, come quella dell’aumento di 6 gradi della temperatura terrestre
A partire dal 2010, però, ha cambiato opinione su parecchie questioni centrali nel dibattito sull'ambiente: in particolare, si dichiara favorevole agli Ogm e all’energia nucleare come strumenti utili per contrastare i cambiamenti climatici, soluzioni che fanno accapponare la pelle ai Verdi di tutto il mondo.
Su tutti questi argomenti ha rilasciato un’intervista a Rodolfo Casadei, pubblicata su Tempi, che riportiamo quasi integralmente.
All’annuale Farming Conference di Oxford lei ha dichiarato di aver cambiato le sue posizioni, ferocemente contrarie agli Ogm, «quando ho scoperto la scienza». Ma allora su cosa si basavano le sue convinzioni e le sue azioni di attivista ambientalista, dedito alla distruzione di coltivazioni Ogm, prima di allora?
Quando vandalizzavo la coltivazioni Ogm ero un attivista, e le mie informazioni provenivano da fonti della militanza, come le nostre pubblicazioni e riviste di organizzazioni quali Greenpeace e Amici della Terra... eravamo sospettosi degli scienziati, avevamo l’impressione che stessero conducendo ricerche pericolose che dovevano essere fermate immediatamente, perciò non li ascoltavamo.
Da attivista impegnato a distruggere le coltivazioni Ogm a sostenitore degli stessi, presentati come l’unica soluzione per nutrire i 9,5 miliardi di abitanti che la Terra avrà nel 2050. Non crede di essere semplicemente passato da un estremismo all’altro?
... non ho mai detto che gli Ogm sono “l’unica” soluzione ai nostri problemi: ho detto che sono necessari ma non sufficienti. In Africa si stanno sviluppando varietà resistenti alle malattie per alimenti di base come le banane: l’unica alternativa a ciò è l’uso di fitofarmaci costosi e pericolosi. Che gli Ogm giovino all’ambiente oppure no dipende dall’uso che se ne fa... Non mi viene in mente nessun caso di coltivazione Ogm che abbia peggiorato l’equilibrio ambientale più di quanto avrebbe fatto al suo posto una varietà convenzionale, ma certo è in teoria possibile.
... Ogni pianta attualmente coltivata è già stata modificata geneticamente con incroci per essere più utile agli uomini: non c’è niente di naturale nel frumento o nel mais, poiché sono stati modificati rispetto ai loro antenati naturali per fornirci i raccolti di cui abbiamo bisogno. Alcuni di questi incroci convenzionali fanno un po’ paura, per esempio quelli ottenuti dopo esposizione a raggi gamma per causare mutazioni nel genoma dei semi. La tecnologia transgenica è più sicura e precisa.
Nella sua relazione a Oxford lei non si è limitato a difendere l’utilità e l’innocuità delle piante Ogm, ma ha criticato l’agricoltura biologica, sottolineando che non è sicura né per il consumo alimentare umano, né per l’equilibrio ambientale. Perché questo attacco?
Intendevo fare un raffronto, non ho detto che l’agricoltura biologica è necessariamente poco sicura. Per esempio succede che semi che sono stati geneticamente alterati per mutagenesi (con sostanze chimiche o irradiamento) possano essere etichettati come biologici e diffusi nell’ambiente senza alcun test, mentre si presume che i prodotti Ogm – la cui tecnologia è in realtà più sicura e più precisa – siano più pericolosi. Io ho voluto evidenziare l’“errore naturalistico” per cui le persone presumono che il naturale è buono e l’artificiale cattivo mentre al contrario ci sono molti modi di morire precocemente di una morte molto naturale e “biologica”.
...
La sua posizione riguardo al nucleare è controversa: lei dice che è indispensabile per ridurre le emissioni di Co2. Ma gli incidenti con dispersione di radioattività sono un problema molto serio.
In termini di decessi per terawatt all’ora il nucleare è la forma più sicura di energia, anche senza considerare la questione della Co2.
...Nel cinquantennio di nucleare europeo e americano, non c’è un solo decesso che possa essere attribuito alla produzione di nucleare per usi civili. L’estrazione e la combustione del carbone uccidono circa 3 milioni di persone all’anno in tutto il mondo a causa di inquinamento e incidenti. E non è possibile far funzionare il mondo semplicemente attraverso impianti solari ed eolici, ragion per cui tanti paesi continuano a costruire impianti per lo sfruttamento del carbone. È paradossale che anche la Germania stia costruendo impianti per il carbone, perché nel momento in cui rinuncia al nucleare ha bisogno di fonti energetiche affidabili. Quel carbone ucciderà molti più tedeschi di quanti ne avrebbero uccisi le centrali nucleari se fossero rimaste in funzione. Questo è il colmo dell’irrazionalità “verde”, ed è molto peggio di quella riguardante gli Ogm.
Sarà vivibile il mondo nella seconda metà del XXI secolo? Dove sta la salvezza? Nella tecnologia, nel cambiamento degli stili di vita o in entrambi?
Sono molto ottimista per il futuro. I tassi di crescita della popolazione diminuiscono e la povertà si riduce continuamente. Sempre meno bambini muoiono di malattie curabili nella prima infanzia: chi potrebbe dire che questo è male e definirsi una persona morale? Il più grande problema globale è il cambiamento climatico, per questo abbiamo bisogno di una grande fonte di energia a buon mercato, affidabile, a emissioni zero: l’energia nucleare. Voglio anche che sia dedicata maggiore attenzione alla prevenzione della perdita di biodiversità: dovremmo darci l’obiettivo di mettere fine alla deforestazione tropicale e all’impoverimento delle risorse ittiche nei prossimi due decenni. La tecnologia è solo un aspetto della soluzione; è necessario anche un cambiamento politico e la fine del negazionismo per quanto riguarda il cambiamento climatico e i problemi ambientali in generale.

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