--Merita la nostra attenzione il libro
del visionario (ma non troppo) Ray Kurzweil “LA SINGOLARITA' E' VICINA: Quando gli esseri umani trascendono la
biologia” (ed. italiana
APOGEO) in cui viene prefigurato lo sviluppo tecnologico che ci attende nel
giro di pochi anni.
Da
sempre attento agli sviluppi più avanzati dell’IT, Ray Kurzweil si è occupato, tra i primi, del
riconoscimento ottico dei caratteri, del text-to-speach, del riconoscimento del
parlato.
E,
partendo dalle conoscenze fatte “sul campo”, ha sviluppato una serie di modelli
sull’evoluzione e il progredire delle capacità “cognitive” delle macchine, a
cominciare dal primo
libro, The Age of Intelligent Machines,
in cui, a metà degli anni Ottanta, sviluppa ampie previsioni ragionevolmente
precise per gli anni Novanta.
Nel secondo libro dedicato a questo
tema, The Age of Spiritual Machines, del 1998, teorizza una “collaborazione sempre più
stretta fra la nostra eredità biologica e un futuro che trascende la biologia”.
Nel nuovo libro, si preannuncia come
imminente la
cosiddetta SINGOLARITA’, un periodo durante il quale il tasso
di innovazione tecnologico sarà talmente veloce e il suo impatto talmente
profondo, che la vita sarà irreversibilmente trasformata, tanto da trasformare i
concetti base che utilizziamo per dare significato alla nostra vita, dal modo
in cui facciamo affari, al ciclo della vita umana.
Alla base delle analisi di Ray Kurzweil vi è quella che egli chiama legge dei ritorni accelerati, cioè l'accelerazione intrinseca
del tasso di sviluppo, in cui lo sviluppo tecnologico è visto come la
continuazione di quello biologico: “il tasso di cambiamento della nostra
tecnologia sta accelerando e le sue capacità stanno crescendo ad un tasso
esponenziale”.
A questo proposito, va osservato che
la crescita esponenziale può essere ingannevole, perché comincia quasi
impercettibilmente per poi “esplodere” con una traiettoria che improvvisamente
balza in alto, in modo inarrestabile.
“La lista dei settori in cui il computer può oggi eccedere le capacità
umane continua a crescere rapidamente. Inoltre, se una volta si
trattava di applicazioni ristrette, oggi esse si stanno gradualmente
espandendo da un settore all'altro”. L’analisi continua osservando che “per esempio, il computer è ormai utilizzato per diagnosticare
elettrocardiogrammi e immagini mediche, per pilotare ed atterrare aeroplani,
per controllare le decisioni tattiche delle armi robotiche e per prendere
decisioni finanziarie. In generale, stiamo affidando al computer la
responsabilità di molte mansioni che tipicamente richiedevano l'intelligenza
umana. Le prestazioni di questi sistemi sono sempre più basate
sull'integrazione di diversi tipi intelligenze artificiali (IA), ma finchè
avremo dei punti deboli in qualsiasi area dell'IA, gli scettici indicheranno
quelle aree come bastioni inerenti della permanente superiorità umana
rispetto alle nostre creazioni.”
E guardando più avanti rispetto
all’oggi, “le tecnologie
informatiche includeranno tutte le conoscenze e competenze umane, comprese quelle di pattern
recognition, la capacità di risolvere problemi, e l'intelligenza emotiva e morale tipica del cervello umano.
…La singolarità ci permetterà di superare le limitazioni di corpo e cervello biologico. Otterremo il
controllo dei nostri destini… Avremo completamente spiegato il funzionamento
del pensiero umano e ne estenderemo ed espanderemo la portata. Entro la
fine di questo secolo, la parte
non-biologica della nostra intelligenza sarà trilioni di trilioni di volte più
potente dell'intelligenza umana”.
Oggi, secondo Kurzweil, siamo nella fase iniziale di questa
transizione e l'accelerazione del cambiamento di paradigma (il tasso con cui i
fondamentali approcci tecnologici vengono rimpiazzati), così come la
crescita esponenziale delle capacità della information technology, stanno per
raggiungere "il gomito della curva", la fase in cui una tendenza
esponenziale diventa evidente. Subito dopo questa fase, la tendenza diventa
rapidamente esplosiva: prima della metà di questo secolo, i tassi di crescita della nostra
tecnologia (la quale sarà, in futuro, indistinguibile da noi stessi) saranno
così ripidi da sembrare praticamente verticali. Dal punto di vista strettamente matematico, i tassi di crescita non
saranno illimitati, ma così estremi saranno i cambiamenti che provocheranno
intorno a noi, da apparire come un
momento di rottura totale con il percorso della Storia.
Merita, a questo punto, riportare alcune delle affermazioni contenute nel saggio di Kurzweil, sempre accompagnate e sostenute da indicatori numerici e dati:
La nostra capacità di esaminare il
cervello umano ["brain scan"] è una delle tecnologie in fase di
crescita esponenziale… la risoluzione e la larghezza di banda temporali e
spaziali degli scan del cervello raddoppiano ogni anno. Stiamo ottenendo gli
strumenti necessari a dare il via al processo di reingegnerizzazione ["reverse
engineering"] del cervello, cominciando con la decodificazione dei suoi
principi operazionali. Abbiamo già ottenuto interessanti modelli e
simulazioni di un paio di dozzine delle centinaia di regioni del cervello. Nel
giro di vent'anni avremo l'esatta cognizione del funzionamento di tutte le regioni
del cervello umano.
Verso la fine di questa
decade avremo a nostra disposizione l'hardware necessario ad emulare
l'intelligenza umana su supercomputer e verso la fine della decade seguente
potremo fare lo stesso con dispositivi delle dimensioni di un PC. Avremo
modelli efficaci del software dell'intelligenza umana a partire dalla metà
degli anni Venti
Possiamo anche prevedere che, verso
la fine degli anni Venti, con l'hardware ed il software necessari ad emulare
l'intelligenza umana a nostra disposizione, i computer supereranno il test
di Turing, dimostrando un intelletto indistinguibile da quello degli
esseri umani biologici e potranno amalgamare i punti di forza dell'intelligenza umana con quelli
dell'intelligenza artificiale.
…Gli esseri umani sono
inoltre in grado di acquisire nuovo sapere tramite l'applicazione di altro
sapere e di dedurre principi generali sulla base della propria esperienza,
informazioni verbali comprese.
…I punti di forza
tradizionali dell'intelligenza artificiale includono la capacità di ricordare
con precisione miliardi di dati e di avere accesso immediato a tali
"ricordi". Un altro vantaggio dell'intelligenza non-biologica è che
una volta acquisita la padronanza di un'attività, da parte di un
dispositivo, tale attività può essere effettuata ripetutamente, ad alta
velocità, con precisione ottimale e senza conoscere stanchezza.
… le macchine possono
condividere il proprio sapere [con altre macchine] con estrema rapidità, mentre
gli esseri umani possono solo condividere dati a bassa velocità, tramite il
linguaggio.
… Le intelligenze non-biologiche
potranno "downloadare" competenze e sapere da altri sistemi
artificiali e, successivamente, anche dagli esseri umani … processeranno
segnali ad una velocità vicina a quella della luce (circa trecentomila
chilometri al secondo), contro i circa cento metri al secondo dei segnali
elettrochimici dei cervelli biologici dei mammiferi.
…avranno accesso, tramite
Internet, a tutto il sapere della nostra civiltà uomo/macchina e potranno
acquisire la padronanza di tale sapere nella sua interità
…La congiunzione di questi
punti di forza tradizionali dell'intelligenza umana biologica (la capacità di
identificare modelli) con le caratteristiche tipiche delle intelligenze
non-biologiche (velocità, potenza, precisione, memoria e capacità di
condividere dati), darà risultati formidabili
…Una volta realizzata la
capacità di progettare ed implementare nuove tecnologie al livello degli esseri
umani, ma a velocità e con potenza ben più alte, le macchine avranno accesso al
proprio programma (source code) e lo potranno modificare. Gli esseri umani
stanno seguendo lo stesso approccio, con le biotecnologie (modificando i
processi genetici ed altri processi "informatici" sottostanti la
nostra biologia), ma in modo molto più lento e limitato rispetto a ciò che le
macchine potranno realizzare modificando i propri programmi.
…La nanotecnologia, insieme
al ciclo di ottimizzazione dell'intelligenza non-biologica in continua
accelerazione, permetterà poi la manipolazione della realtà fisica a livello
molecolare… I nanorobot avranno innumerevoli ruoli all'interno del corpo umano,
compreso quello di curare l'invecchiamento.
I nanorobot interagiranno con i neuroni biologici per
espandere la gamma dell'esperienza umana, generando realtà virtuali
dall'interno del sistema nervoso. Miliardi di nanorobot nei vasi capillari del
cervello potenzieranno notevolmente l'intelligenza umana.
Una volta stabilita una
testa di ponte nel cervello umano (un processo già oggi iniziato con impianti
neurali), l'intelligenza non-biologica nei nostri cervelli crescerà
esponenzialmente (come ha sempre fatto), raddoppiando in potenza ogni anno.
L'intelligenza biologica, invece, rimarrà praticamente ferma e quindi, infine,
la parte non-biologica del nostro intelletto predominerà…
Ray Kurzweil si
presenta
Nel 1960, a dodici anni,
scoprii il computer e fui affascinato dalla possibilità di modellizzare e
ricreare il mondo…
Durante gli anni
Sessanta, ero assorbito nei movimenti musicali, culturali e politici del tempo
tanto quanto i miei coetanei, ma mi impegnai allo stesso modo in una tendenza
molto più oscura… Ho avuto la possibilità di mettere le
mani su un IBM 1620 e ho cominciato a scrivere programmi per l’analisi
statistica e poi per la composizione musicale.
Ricordo ancora quando,
nel 1968, mi
fu consentito entrare nel locale sicuro e cavernoso che ospitava quello che
allora era il computer più potente nel New England, un IBM 360 Model 91, top
della gamma, con una memoria “a nuclei” di ben un milione di byte (un
megabyte), l’impressionante velocità di un milione di istruzioni al secondo (un
MIPS), il cui affitto costava solo mille dollari all’ora... Conoscevo benissimo
ogni singola riga di codice, ma sembrava che il computer fosse perso nei suoi
pensieri quando le luci si abbassavano per vari secondi mentre percorreva ogni
singolo ciclo. In effetti, poteva fare in dieci secondi e senza errori quello
che noi riuscivamo a fare manualmente in dieci ore, e con molta meno
precisione.
Mi resi conto che la
maggior parte delle invenzioni non ha successo non perché i reparti di Ricerca
e Sviluppo non sanno farle funzionare, ma perché il momento non è quello
giusto. Inventare è un po’ come fare surf: bisogna vedere l’onda in anticipo e
catturarla al momento giusto
Nella seconda metà
degli anni Ottanta ho scritto il mio
primo libro, The Age of Intelligent Machines,
in cui facevo ampie previsioni (ragionevolmente precise) per gli anni Novanta e
per il primo decennio del Duemila, e lo concludevo con lo spettro di un’intelligenza delle macchine che diventava praticamente
indistinguibile da quella dei suoi progenitori umani nella prima metà del
Ventunesimo secolo.
Nel corso degli anni
Novanta, ho raccolto dati empirici sull’evidente
accelerazione di tutte le tecnologie relative all’informazione e ho cercato
di perfezionare i modelli matematici che sottostanno a queste osservazioni. Ho
sviluppato una teoria, che chiamo “legge del ritorno accelerato”,
che spiega perché la
tecnologia e i processi evolutivi in generale progrediscano in modo esponenziale.
In The Age of Spiritual Machines (da qui in poi
ASM, per brevità), che ho scritto nel 1998, cercavo di immaginare come sarebbe stata la vita umana al di
là del punto in cui le capacità
cognitive delle macchine e degli esseri umani si confondevano. In effetti,
ho visto questa epoca come una collaborazione
sempre più stretta fra la nostra eredità biologica e un futuro che trascende la
biologia.
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