7 gennaio 2013

Cristiani perseguitati

-L’obiettivo di una convivenza pacifica tra fedeli di religioni diverse è tra i cardini del concetto di civiltà e il reciproco riconoscimento e la reciproca legittimazione delle diverse fedi religiose deve essere una meta cui tendere sempre e comunque.
Fermi restando questi assunti, vi è un dato di fatto che anche i più riottosi faticano a confutare: è quella dei Cristiani la comunità religiosa più esposta a casi di persecuzione e discriminazione nel mondo. 

E dobbiamo riconoscere che i paesi più pericolosi sono alcuni tra quelli a maggioranza islamica.

In 17 paesi islamici su 49 totali, le religioni diverse dall’islam non sono tollerate e cristiani e non musulmani sono sottoposti a «controllo forzato». In 19 di questi paesi, inoltre, la libertà religiosa è riconosciuta soltanto sulla carta ma non è applicata in pratica.

Nel marzo 2012 una fatwa del Gran Muftì, indicava come necessaria la distruzione di tutte le chiese nella Penisola arabica. E su alcuni libri di testo delle superiori, pubblicati dal ministero dell’Istruzione di Riyad, si possono leggere frasi del tipo: «Ebrei e cristiani sono nemici dei credenti e non possono avere l’approvazione dei musulmani».

In Pakistan, la legge sulla blasfemia ha portato nel 2011 161 persone davanti al giudice e in tutto il Medio Oriente si ha l’impressione sempre più fondata di tornare a un’epoca che ormai non conoscevamo più: quella del fanatismo religioso. Lontani i giorni in cui la Primavera araba del Cairo portava in piazza assieme copti e musulmani, come già era successo appena prima dell’indipendenza egiziana negli anni Venti.

Nei Balcani sono in aumento situazioni che destano preoccupazioni. In Bosnia-Erzegovina, per esempio, gli investimenti compiuti da Stati come l’Iran e l’Arabia Saudita stanno dando vita a comunità islamiche sempre più fanatiche. Mentre in Albania si sta verificando la diffusione di un Islam più intollerante, rappresentato da giovani imam formati in Turchia e in Arabia Saudita.

Anche in Nigeria, Mali e Kenya le pressioni dell’estremismo islamico crescono con escalation che spesso arrivano anche nelle nostre televisioni: in India le violenze dei nazionalisti indù ai danni dei cristiani hanno superato quota 170 nel 2011, in Orissa si aspetta giustizia dal 2008, per il pogrom anticristiano nel distretto di Kandhamal.

Tra gli Stati più liberticidi, infine, la Cina: troppi ancora gli arresti di cristiani, islamici e buddisti, che nel 2011 hanno raggiunto numeri record, e tante sono ancora le “contromisure” (si arriva fino ai campi di rieducazione lavorativa) verso quei cattolici fedeli a Roma che non aderiscono all’Associazione patriottica. 


Per una lettura più completa di questa situazione, rimandiamo all’articolo  "L'emergenza ignorata deicristiani perseguitati" di Vittorio Messori, pubblicato sul Corriere della Sera del 28 dicembre scorso, che vogliamo riprendere e riproporre per l’autorevolezza dello studioso e del giornale e per la completezza dei dati forniti.

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