-Fa piacere che, ultimamente, si
sia ripreso a parlare di scuola nel nostro, evidenziando l’importanza che essa
riveste per il futuro degli Italiani e prendendo atto della situazione di
degrado delle strutture scolastiche e delle difficoltà che i diversi istituti
devono affrontare.
Ben noti sono gli altri malanni
che interessano il nostro sistema scolastico, a cominciare da quelli
riguardanti il corpo docenti, da troppo tempo abbandonato in una sorta di
limbo, povero di soddisfazioni (professionali, motivazionali, economiche) e
anche – diciamolo pure – privo di qualsiasi rischio per quanto riguarda la
sicurezza del posto di lavoro.
Nonostante tutto e senza ben
sapere come ciò possa avvenire, la scuola italiana – tutto sommato e grossomodo
– ancora funziona e per sapere a che livello siamo messi ci aiutano i risultati
dell’indagine PISA di due anni fa, da cui emerge un’Italia da metà classifica tra
i diversi Paesi più avanzati e divisa tra un nord che si colloca ben a di sopra
della media OCSE, un centro allineato alla media, un meridione parecchio più in
basso.
La rilevazione PISA 2012, svolta
per conto di OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico
che riunisce i paesi sviluppati aventi in comune un sistema di governo di tipo
democratico ed un'economia di mercato) ha testato le competenze degli studenti
15enni in MATEMATICA, LETTURA e SCIENZE, consentendo un ampio confronto tra i
diversi Paesi e con le rilevazioni svolte in quattro occasioni del passato
(2000, 2003, 2006 e 2009).
Va detto fin da subito che, complessivamente,
l’Italia consegue una performance inferiore alla media OCSE, anche se si
notano, confrontando i dati del 2012 con le prime edizioni della rilevazione
PISA, chiari segnali di miglioramento per le performance dei nostri studenti.
Il quadro dei risultati che emergono
dalla rilevazione PISA per l’Italia è coerente con quello delle rilevazioni nazionali
condotte dall’INVALSI e conferma i forti differenziali territoriali tra le
diverse aree italiane, con le regioni del Nord Ovest e del Nord Est avanti,
mentre il Mezzogiorno, pur con segnali di miglioramento dal 2006 in poi, specie
in alcune regioni, è sotto la media nazionale, sui cui valori si situa il
Centro.
Guardando ai valori assoluti,
l’Italia si si colloca tra la 30esima e 35esima posizione per le competenze in
matematica, tra la 26esima e 34esima per la capacità di lettura e tra la
28esima e
35esima posizione per quanto
riguarda le scienze e questo rispetto a 65 Paesi sviluppati che hanno
partecipato alla valutazione PISA 2012 degli studenti quindicenni.
Le migliori performance italiane
si registrano nelle regioni del nord-est: Trento è all'11° posto della
classifica mondiale per le competenze in matematica, il Friuli Venezia Giulia
al 12°, il Veneto al 14°, collocandosi in posizioni analoghe a quelle di Paesi
come Svizzera, Olanda e Finlandia. La Sicilia e la Campania sono a livelli più
bassi, quasi al centesimo posto, vicine alla Romania.
Per quanto riguarda le competenze
nella lettura, il Veneto è al 13° posto, seguito subito da Trento. La Sicilia
occupa una posizione molto più bassa e viene dopo la Repubblica Slovacca.
Trento, Friuli Venezia Giulia e
Veneto si distinguono anche nelle scienze, per le quali le tre aree del Nordest
occupano rispettivamente il 10°, l'11°e il 12° posto della classifica mondiale.
Secondo l’OCSE, il rendimento
scolastico è strettamente legato alla disciplina e al tasso di frequenza
scolastica: per questi aspetti, vediamo che in Italia la percentuale di chi non
è mai arrivato tardi a scuola è molto più elevata in Veneto, Trento, Bolzano,
Emilia, Friuli (con punte del 75%) rispetto, ad esempio, al Lazio (59%) e alla
Calabria (54%). Per quanto riguarda l'assiduità delle presenze, si registra che
gli studenti sempre presenti vanno da un minimo del 37,7% della Campania a un
record di quasi l'80% di Bolzano.
Venendo a maggior dettaglio,
possiamo vedere quanto segue:
Anche se i risultati medi
ottenuti in matematica dai quindicenni in Italia sono inferiori alla media
OCSE, tuttavia l’Italia è uno dei Paesi che ha registrato i maggiori progressi
nei risultati di matematica.
I nostri studenti quindicenni
ottengono in media un risultato di 485 punti, inferiore alla media OCSE e a
livelli come quelli di Norvegia, Federazione Russa, Lettonia, Lituania, Portogallo,
Repubblica Slovacca, Spagna e Stati Uniti.
Tra il 2003 e il 2012 la
percentuale di studenti che si colloca nella fascia inferiore (low performers)
è diminuita di 7 punti percentuali e quella degli studenti della fascia
superiore (top performers) è aumentata di 2,9 punti.
Possiamo notare che il 25% degli
studenti italiani ottiene in matematica un punteggio inferiore al livello 2 (livello
che è considerato il minimo per esercitare i diritto di cittadinanza!!), di
contro a una media OCSE del 23%. Nel migliore dei casi, questi studenti sono
capaci di attingere informazioni pertinenti da un’unica fonte e di utilizzare elementari
algoritmi, formule, procedure o convenzioni per risolvere problemi che comportano
numeri interi relativi.
Il 10% degli studenti in Italia
raggiunge la fascia alta del punteggio PISA, contro una media 0CSE del 13%.
Per avere un’idea, gli studenti
dell’area Shanghai-Cina che hanno partecipato al test si collocano al 4% nella
fascia bassa e per il 55% nelle fasce più alte: come dire che dal confronto ne
usciamo davvero male…
Venendo alle differenze regionali
che si riscontrano nel nostro Paese, si evidenzia che gli studenti di Trento,
del Friuli Venezia Giulia e del Veneto figurano tra i migliori studenti in
matematica a livello mondiale, ottenendo un punteggio ben superiore alla media
OCSE (rispettivamente di 524, 523 e 523 punti).
scienze
L’Italia è uno dei Paesi che ha
progredito maggiormente nei risultati in scienze tra il 2006 e il 2012, anche
se il risultato medio degli studenti quindicenni resta inferiore alla media
OCSE, con un punteggio medio di 494
punti, paragonabile ai risultati raggiunti dagli studenti in Croazia,
Danimarca, Francia, Lussemburgo, Norvegia, Portogallo, Stati Uniti.
La percentuale di studenti che si
collocano nella fascia inferiore della scala PISA in scienze (18,7%) è
superiore alla media OCSE, anche se è diminuita di 6,6 punti percentuali tra il
2006 e il 2012. Nel migliore dei casi, questi studenti sanno presentare
spiegazioni scientifiche che sono evidenti e che discendono esplicitamente da
dati di fatto enunciati.
La percentuale di studenti con i
migliori risultati in scienze (6,1%) è inferiore alla media OCSE, pur essendo aumentata
di 1,5 punti percentuali tra il 2006 e il 2012.
Lettura
I risultati medi in lettura dei
quindicenni in Italia sono inferiori alla media OCSE e sono stabili tra il 2000
e il 2012. Il punteggio nazionale è di 490 punti, paragonabile a quello di
Austria, Croazia, Danimarca, Israele, Lettonia, Lussemburgo, Portogallo, Repubblica
Ceca, Spagna, Svezia, Stati Uniti e Ungheria.
A ottenere i risultati più alti
sono gli studenti di Veneto, Trento e Lombardia, che hanno ottenuto 521 punti, superando
ampiamente la media OCSE e il punteggio medio nazionale.
Per la capacità di lettura le studentesse
superano di 39 punti gli studenti maschi: un gap di genere simile alla media di
38 punti registrato nell’area dell’OCSE.
Il 19,5% degli studenti in Italia
(una percentuale simile a quella riscontrata nell’insieme dei Paesi dell’OCSE)
ottiene risultati inferiori al livello di base nelle competenze di lettura. Nel
migliore dei casi, questi studenti sono capaci di riconoscere l’idea principale
o il proposito dell’autore in un testo che verte su un tema conosciuto dallo
studente e di fare un semplice nesso tra l’informazione contenuta nel testo e le
conoscenze utili nella vita quotidiana. Al contempo, il 6,7% degli studenti si
In conclusione:
possiamo essere soddisfatti dei
miglioramenti intervenuti nell’ultimo decennio, che dimostrano una scuola che,
nonostante tutto, sa mettersi ancora in movimento.
Nei confronti con gli altri
Paesi, ci collochiamo in una zona grigia di metà classifica, in compagnia di Stati
Uniti, Spagna, Portogallo, Ungheria.
Guardando ai dati regionali,
ancora una volta e purtroppo, emerge una netta spaccatura in tre del nostro
Paese: il nord (soprattutto nord-est) viaggia a livelli ben superiori a quelli
della media OCSE; il centro si barcamena intorno ai dati medi; le regioni
meridionali seguono con significativo distacco…
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