22 aprile 2013

Le violenze degli animalisti

-Sabato 20 aprile, una cinquantina di “animalisti” ha fatto irruzione nei laboratori del Dipartimento di Farmacologia dell’Università di Milano, per “liberare” le cavie: "migliaia di animali, chiusi nelle loro piccole gabbie... Questi animali non hanno scelto di essere lì e non hanno possibilità di andarsene”. Inoltre, per liberare i laboratori presi d’assalto, hanno fatto sapere che La nostra condizione per uscire e andarsene è che anche gli animali se ne vengano con noi". 
A portare solidarietà agli occupanti, sono arrivate anche molte delle 250 persone che si erano ritrovate in piazzale Duca d'Aosta in occasione della "Giornata Mondiale per gli animali nei laboratori".

"Con questa azione senza precedenti vogliamo documentare le condizioni in cui vivono gli animali e gli esperimenti che vengono condotti” sostengono gli attivisti, con l’obiettivo di  giungere alla “abolizione della sperimentazione su animali".

Risultato: rubati un migliaio tra topi e conigli dai laboratori.

Si tratta di animali nati e cresciuti in laboratori asettici e destinati, quindi, a morire presto. Tra l’altro, potrebbe anche darsi che qualcuno degli animali sia infetto e che ciò possa comportare rischi per le persone…

A conclusione dell’occupazione, gli attivisti sono riusciti a portare via i primi 200 roditori e una decina di conigli. Gli altri li preleveranno in seguito, visto che ormai gli animali presenti in laboratorio sono inutilizzabili: gli attivisti “animalisti” infatti, hanno aperto le gabbiette, scambiato di posto topi e conigli messo in disordine etichette e documentazione, creando una situazione ormai irrecuperabile.

Cosa dire a fronte di questo fatto?

Sicuramente siamo di fronte a una serie di REATI (effrazione, scasso, furto…), commessi con la VIOLENZA di chi agisce in BRANCO.

Non si mette in dubbio che chi ha agito in questo modo, lo abbia fatto in nome di precisi ideali che, in linea di principio riteniamo condivisibili. C’è da chiedersi, a questo punto, se quanto fatto sia o meno accettabile e se in nome degli ideali si possa infrangere la legge e andare contro la volontà, il lavoro, le cose di altri cittadini.

E’ indubbiamente vero che, a fronte di situazioni di profonda ingiustizia o di intollerabile disprezzo per la dignità umana, E’ DOVERSO andare contro le leggi che permettono simili situazioni. La storia ce lo insegna e chiamiamo EROI coloro che hanno avuto il coraggio di ribellarsi, di andare contro leggi ingiuste e di mettere a repentaglio la propria vita.

Resta da vedere, a questo punto, se la presenza di animali usati come cavie da laboratorio ALL’INTERNO DELL’UNIVERSITA’ STATALE di Milano rappresenti una situazione tale da richiedere l’atto eroico che porta a infrangere la legge e a vanificare il lavoro svolto dai ricercatori.

Proprio ieri, un gruppo di questi ricercatori ha manifestato per protestare contro quanto avvenuto a opera degli animalisti e davanti alla Statale si è così sfiorata la rissa, evitata anche grazie all’interposizione delle forze dell’ordine.

“Queste persone non si rendono conto che liberando topi e conigli usati in laboratorio non solo creano un danno economico all’università, ma danneggiano anche lo stesso animale” ha detto uno degli studenti. Si tratta infatti di “esemplari con un sistema immunitario più basso, incapaci di vivere liberamente e forse anche con malattie infettive’.

“Siamo scesi in piazza - ha inoltre detto Massimiliano Filippi segretario FederFauna, tra i promotori della manifestazione - proprio perché dopo tanti e vani tentativi di dialogo pacifico in difesa dei lavoratori, del diritto alla salute e alla sanità pubblica ci siamo sempre visti rispondere con prevaricazioni e prepotenza”. 

Si è ripetuto quanto già visto a Montichiari: in nome della tutela degli animali non si esita a infrangere la legge, commettere reati, ledere il lavoro altrui. E questa volta, a Milano, è stato preso di mira il LABORATORIO DELL?UNIVERSITA’ ed è stato danneggiato o messo a repentaglio il lavoro di GIOVANI RICERCATORI da parte di attivisti, molti di loro pure giovani.

Non è stata scritta una pagina di civiltà: è stato, semplicemente, messo in atto un atto di violenza contro la ricerca e il lavoro di ricercatori della nostra università.

Piena solidarietà ai ricercatori e ferma condanna all’operato delle frange esagitate degli animalisti, che ci auguriamo vengano perseguiti ai sensi di legge e che possano pagare la giusta pena per il danno arrecato e la violenza esercitata.

                                                                                                                      Fulvio Bottarelli

 p.s.: "Questi animali non hanno scelto di essere lì e non hanno possibilità di andarsene” si legge nel comunicato degli animalisti. ANche le mucche e i maiali dei nostri allevamenti non possono andarsene. Sta a vedere che la prossima volta toccherà a loro essere "liberati"...

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